
Presentazione di un volume sulla musica sacra a Roma nel IXI secolo
Lunedì 14 aprile alle ore 16 presso la cappella di Santa Maria in Cappella in Roma sarò presente in qualità di coautore alla presentazione del volume curato da Aurelio Porfiri
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Benvenuti nel mio sito personale, dal quale è possibile avere informazioni utili e specifiche circa la mia attività professionale di musicista, studioso e docente.
Sono organista e clavicembalista, titolare della cattedra di pratica organistica, modalità e canto fermo presso il conservatorio «O. Respighi» di Latina. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 1999 mi sono specializzato nella pratica del basso continuo presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Conduco ricerche e pubblico studi sulla prassi pedagogico-musicale antica, sulla modalità e prassi esecutiva del canto fermo nei secoli XVII e XVIII.
Nel 2015 ho aperto un mio atelier, dove realizzo personalmente vari modelli di clavicordi, per la gran parte copie di strumenti storici esistenti, accanto a una intensa attività divulgativa a vari livelli attraverso concerti, trasmissioni radiofoniche e conferenze pubbliche.
Sono organista e clavicembalista, titolare della cattedra di pratica organistica, modalità e canto fermo presso il conservatorio «O. Respighi» di Latina. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia nel 1999 mi sono specializzato nella pratica del basso continuo presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Conduco ricerche e pubblico studi sulla prassi pedagogico-musicale antica, sulla modalità e prassi esecutiva del canto fermo nei secoli XVII e XVIII.
Nel 2015 ho aperto un mio atelier, dove realizzo personalmente vari modelli di clavicordi, per la gran parte copie di strumenti storici esistenti, accanto a una intensa attività divulgativa a vari livelli attraverso concerti, trasmissioni radiofoniche e conferenze pubbliche.
Lunedì 14 aprile alle ore 16 presso la cappella di Santa Maria in Cappella in Roma sarò presente in qualità di coautore alla presentazione del volume curato da Aurelio Porfiri
Autori: Girolamo Diruta, Claudio Merulo, Luzzasco Luzzaschi, Giovanni e Andrea Gabrieli, Paolo Quagliati, Girolamo Frescobaldi, Bernardo Pasquini
Contenuti di vario tipo
La formazione dell’ecclesiastico cantore prevedeva una conoscenza essenziale ma completa degli interventi di pertinenza dell’organo e le procedure da attuare nella celebrazione in canto fermo. Pur nella loro essenzialità — le fonti oggetto di questo studio non sono rivolte in via prioritaria agli organisti — le informazioni ricavate sono sufficienti a delineare un quadro esaustivo degli interventi organistici nell’ambito della celebrazione cattolica e ridanno un’idea sufficiente della prassi liturgica in atto, almeno nei centri cultuali di cui le fonti sono espressione diretta.
Alcune pagine del poderoso trattato di Giulio Cesare Marinelli ‘Via retta della voce corale’ (bologna 1671) possono essere prese in considerazione per il loro carattere emblematico circa il valore simbolico che nell’economia generale della celebrazione cattolica antica, riveste l’atto liturgico del canto corale in canto fermo. «Dell’unione de’ cantanti quanto al fine intento nel cantare in coro», tale espressione sintetizza efficacemente il contenuto del testoel Marinelli, che focalizza in modo schematico gli elementi simbolici che qualificano l’atto del cantare in coro e la funzione nei confronti degli uditori, i quali sono incitati alla pietas religiosa non solo dalla struttura del canto ma anche e soprattutto dalla espressività con cui è proferito il testo sacro
Non è possibile comprendere in radice il linguaggio strumentale e vocale sacro senza una conoscenza appropriata degli elementi teorico-esecutivi e i significati socialmente condivisi del modello sul quale tali repertori sono stati elaborati e in vista del quale sono stati predisposti. Stupisce anzi come sino ad oggi non sia ancora stato intrapreso un lavoro approfondito di riscoperta sia sul piano musicologico che soprattutto esecutivo della prassi esecutiva del canto fermo, prassi storicamente documentata e puntualmente descritta in una quantità di fonti di carattere normativo e pedagogico distribuite in un arco temporale molto esteso. Si propone un tentativo di ripsosta a questo vuoto.
La formazione dell’ecclesiastico cantore prevedeva una conoscenza essenziale ma completa degli interventi di pertinenza dell’organo e le procedure da attuare nella celebrazione in canto fermo. Pur nella loro essenzialità — le fonti oggetto di questo studio non sono rivolte in via prioritaria agli organisti — le informazioni ricavate sono sufficienti a delineare un quadro esaustivo degli interventi organistici nell’ambito della celebrazione cattolica e ridanno un’idea sufficiente della prassi liturgica in atto, almeno nei centri cultuali di cui le fonti sono espressione diretta.
Alcune pagine del poderoso trattato di Giulio Cesare Marinelli ‘Via retta della voce corale’ (bologna 1671) possono essere prese in considerazione per il loro carattere emblematico circa il valore simbolico che nell’economia generale della celebrazione cattolica antica, riveste l’atto liturgico del canto corale in canto fermo. «Dell’unione de’ cantanti quanto al fine intento nel cantare in coro», tale espressione sintetizza efficacemente il contenuto del testoel Marinelli, che focalizza in modo schematico gli elementi simbolici che qualificano l’atto del cantare in coro e la funzione nei confronti degli uditori, i quali sono incitati alla pietas religiosa non solo dalla struttura del canto ma anche e soprattutto dalla espressività con cui è proferito il testo sacro
Non è possibile comprendere in radice il linguaggio strumentale e vocale sacro senza una conoscenza appropriata degli elementi teorico-esecutivi e i significati socialmente condivisi del modello sul quale tali repertori sono stati elaborati e in vista del quale sono stati predisposti. Stupisce anzi come sino ad oggi non sia ancora stato intrapreso un lavoro approfondito di riscoperta sia sul piano musicologico che soprattutto esecutivo della prassi esecutiva del canto fermo, prassi storicamente documentata e puntualmente descritta in una quantità di fonti di carattere normativo e pedagogico distribuite in un arco temporale molto esteso. Si propone un tentativo di ripsosta a questo vuoto.
Lunedì 14 aprile alle ore 16 presso la cappella di Santa Maria in Cappella in Roma sarò presente in qualità di coautore alla presentazione del volume curato da Aurelio Porfiri
Autori: Girolamo Diruta, Claudio Merulo, Luzzasco Luzzaschi, Giovanni e Andrea Gabrieli, Paolo Quagliati, Girolamo Frescobaldi, Bernardo Pasquini
P.za Leonardo Sciascia 11, 00137 Roma
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